La chiamano – controintuitivamente- “de-escalation”, in realtà è la strada che porta dritta all’Apocalisse. Si tratta della dottrina militare che, dal 2000, nelle segrete carte di Putin, consiste in una sorta di “guerra nucleare preventiva”. Il concetto è semplice: prima ti bombardo -così, perché mi va- con missili nucleari a lungo raggio; poi, semmai, quando sei raso al suolo, ne discutiamo. Questa, la teoria, è l’aspetto meno preoccupante della guerra d’Ucraina. Quello più terrificante sta nella la de-escaltion putiniana davvero alle porte; e nel fatto che uno dei primi bersagli della Russia messa alle strette sarà la nostra base militare di Aviano. A prospettare questi scenari da brividi è Nikolai N. Sokov, ora membro di spicco del Centro per il Disarmamento e per la Non-Proliferazione di Vienna, e prima ancora dirigente presso il Ministero degli Esteri dell’Unione Sovietica e poi della Russia.
Sokov è uno scienziato-burocrate con spiccato senso del realismo, oltre che uno dei maggiori esperti di proliferazione nucleare del mondo. Ha visto nascere e crescere Putin e possiede una memoria storica che si estende all’epoca dell’Urss.
