Intervista a Iryna Vereshuchuk: «Siamo grati agli europei per gli sforzi, ma i sostegni più utili restano l’embargo economico e il blocco del gas. Questa resta la prova più tangibile del vostro sostegno»
DAL NOSTRO INVIATO
ZAPORIZHZHIA — «Saremmo ben contenti se il Papa aiutasse i colloqui tra noi e la Russia. Prima, però, dovrebbe ascoltare le nostre ragioni di vittime aggredite», dice la vicepremier ucraina Iryna Vereshuchuk. La incontriamo nel piazzale del centro sfollati di Zaporizhzhia, mentre attende l’arrivo del convoglio umanitario con gli evacuati dalle acciaierie di Mariupol. E a lei chiediamo una reazione alle dichiarazioni di Francesco al Corriere
circa un suo possibile ruolo per cercare di rimettere in moto il processo di pace tra Kiev e Mosca.
Ritiene sarebbe utile un incontro tra il Papa e Putin?
«Il Papa è un leader indipendente, una delle personalità più rilevanti sulla scena mondiale e non sta certo a noi dire cosa dovrebbe fare. Io posso unicamente sperare che abbia informazioni aggiornate e obbiettive sulla situazione nel nostro Paese. E auguro con tutto il cuore che possa sentire con attenzione la nostra voce. Per noi in questo momento tanto drammatico sono importanti le azioni più che le parole o le preghiere. Qui ogni giorno muoiono…