Se non fosse per i collaborazionisti ucraini, per i russi sarebbe durissima. Invece i “traditori” di Zelensky li aiutano a scovare le case di politici, poliziotti e militari da arrestare e indicano loro gli obiettivi sensibili. Per Kiev, ovviamente, queste “spie” vanno punite in modo esemplare e la logica è quella di “colpirne uno per educarne cento”. Riporta il Corriere della Sera che non a caso ieri 7 giugno la polizia di Kramatorsk ha diffuso sui social le immagini della cattura di un collaborazionista a Sloviansk, “una spia, un pensionato che passava ai russi le posizioni della nostra artiglieria”, dicono alcuni soldati.
L’esercito ucraino ha la necessità di eliminare le quinte colonne interne. “Senza dubbio le spie nemiche si annidano tra le famiglie di filorussi, che nel Donbass sono più numerose che altrove. È una situazione nota sin dalla guerra del 2014, quando sapevamo bene che c’erano alcune aree sia rurali che urbane dove i favorevoli a Mosca potevano superare il 60 per cento degli abitanti”, racconta al Corriere Alexey Iakovlenko, medico e portavoce dell’ospedale militare locale. “Da allora le cose sono rapidamente mutate, stimiamo che i pro-Putin…