Due candidati legati da una comune esperienza di lutto e dolore. E’ la sublimazione politica dell’antimafia. Claudio Fava e Caterina Chinnici si sfidano alle primarie del centrosinistra per la presidenza della regione siciliana. Sono entrambi figli di vittime della mafia.
Come in una catarsi il dolore intimo è divenuto sofferenza collettiva. E la sofferenza, in alcuni casi, è sfociata in militanza e protagonismo antimafia. A volte genuino e spontaneo, altre urlato o, ancora, sollecitato. C’è chi, infatti, ha ritenuto che il dolore dei parenti delle vittime avesse delle proprietà terapeutiche per la purificazione. Delle coscienze, della burocrazia, della politica.
Alcuni ci hanno creduto davvero, altri hanno solo indossato la maschera dell’antimafia per una grande messinscena. Il dolore di uomini e donne serviva solo per catalizzare il consenso. La Sicilia è rimasta impantanata nella melmosa predicazione dei governanti portatori sani di rigore e moralità. Era un’impostura. La muffa ci ha messo poco a riaffiorare sotto la lucentezza delle storie personali dei singoli.
C’è chi dalla scena – politica-mediatica-giudiziaria – si è tenuto volutamente alla larga, anche a costo di pagare il pezzo, ingeneroso, di vedere sbiadire, anno dopo anno, il…